“Valorizziamo la biodiversità siciliana”: nasce l’associazione “Simenza”

Nel cuore pulsante di una terra indomita e ribelle, prospera e tumultuosa, si gettano i primi semi di un’idea che aspira a essere rivoluzionaria.

Nella regione d’Italia più ricca di grani antichi, con 52 varietà di grani autoctoni, nasce l’Associazione “Simenza – Cumpagnìa Siciliana Sementi Contadine”, che ha come obiettivo l’attuazione di un sistema regionale di tutela e valorizzazione della biodiversità siciliana di interesse agrario e intende affiancare i piccoli agricoltori nella chiusura di filiere a corto raggio promuovendo sistemi di produzione sostenibili e modelli di agricoltura rigenerativi.

Agricoltori, produttori, allevatori, docenti universitari, ricercatori, chef e amanti del settore agroalimentare diventano un popolo unito che lotta e che aspira alla valorizzazione di un bene comune spesso incautamente dimenticato.

L’associazione – ci racconta Paolo Caruso, del Di3A dell’università del Catania – è il concretizzarsi di un percorso partito due anni fa, quando, nel settembre del 2014, nella torre Federiciana di Enna, degliagricoltori custodi di grani antichi si sono riuniti per tutelare e valorizzare un patrimonio di inestimabile valore: i grani antichi e i prodotti derivati da essi come farina, pane e pasta”.

Un numero esiguo di tenaci amatori ha dato il via a un fenomeno di vasta risonanza. Dopo un secondo incontro del 2015 a Paternò, ai pionieri si sono aggiunti produttori di altre specie, come le leguminose, e allevatori di razze autoctone, come la vacca modicana e la capra girgentana.

La fede nel progetto ha dato i suoi frutti lo scorso 20 febbraio, quando, nella Sala Cerere di Palazzo Chiaramonte a Enna, si è svolta l’assemblea costituente dell’Associazione.

Davanti a una sala gremita di agricoltori, operatori della filiera, professionisti e ricercatori, provenienti da tutta la Sicilia, Paolo Guarnaccia, docente dell’Università degli studi di Catania,Pucci MajoranaArturo Genduso e Alfio Furnari, membri del Comitato dei Garanti e padri nobili dell’Associazione, hanno raccontato con entusiasmo e passione un progetto che reca l’impronta dell’autenticità e che si affaccia in maniera propositiva al futuro delle generazioni siciliane.

Salvaguardare la biodiversità, difatti, significa salvare i semi dall’estinzione, significa custodire i prodotti spontanei della propria terra per evitare che le risorse genetiche vadano nelle mani di chi è interessato solo a speculare e a sottrarre i tesori della Sicilia ai produttori locali.

Presidente dell’Associazione ‘Simenza’ è stato eletto per acclamazione Giuseppe Li Rosi, agricoltore, imprenditore e pioniere della coltivazione dei grani antichi in Sicilia, mentre come vicepresidente la giovane imprenditrice agricola Carla La Placa.

Un vero team si muove compatto all’unisono con l’obiettivo di valorizzare, tutelare i prodotti della propria terra, non solo al fine di farli conoscere ai profani del settore, ma soprattutto per sensibilizzare le istituzioni preposte affinché si possano tutelare, anche da un punto di vista legislativo, le risorse genetiche siciliane.

È infine determinante, per verificare gli aspetti nutraceutici e salutistici dei prodotti della biodiversità siciliana, l’aver instaurato un rapporto aperto e collaborativo con le università ed enti di ricerca, nonché l’istituzione di un organo di controllo che si occuperà di tutelare i produttori, i consumatori e, cosa non di secondaria importanza, della gestione dei prezzi sul mercato.

Da: newsicilia.

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